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SINGHIOZZI E SOGGHIGNI: QUARESIMALE

SINGHIOZZI E SOGGHIGNI
QUARESIMALE
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Notes

table of contents
  1. I. Destruam et ædificabo.
    1. PRELUDIO
    2. SULL’OCEANO
    3. AD UN PEZZENTE
    4. GIURAMENTO MENDACE
    5. FINE D’AUTUNNO
    6. NATALE
    7. LETTERA AD EMMA
    8. ULTIMA SERA DI CARNEVALE
    9. XX SETTEMBRE
    10. A LA LIBERTÀ
    11. TRISTE NATALE
    12. INNO AL FANGO
    13. LE MIE SPERANZE
    14. AI VILI
    15. RESURREXIT
    16. POVERA BARCA!
    17. PRIMO MAGGIO
    18. AL MIO CORE
    19. A GESÙ
    20. DISINGANNI
    21. ANNO NOVO
    22. LA META
    23. EROS
    24. FEBBRAIO
    25. A FELICE CAVALLOTTI
    26. ALLA FELICITÀ
    27. A ERCOLE CANTELMO
    28. OCCHI NERI
    29. CARNEVALE
    30. LA NEVE
    31. RIMEMBRANZE DI NATALE
    32. FINE D’ANNO
    33. MACABRA
    34. LA MIA NONNA
    35. IL DUBBIO
    36. IL MIO CUORE
    37. ROMA
    38. A MIA SORELLA ROSINA
    39. TEDIO
    40. IL MISTERO DEL POETA
    41. LA RIVALE
  2. INTERMEZZO
    1. NELL’ALBUM DI ELEONORA DANTES
    2. QUARESIMALE
    3. AD ALARICO
    4. CHIACCHIERATA MATTUTINA
    5. A DIOGENE CHE PRENDERÀ MOGLIE.
    6. IN MORTE DEL SIGNOR.... 1901
    7. A LA MIA BEBÈ
    8. MASCHERE...
    9. PALINODIA... QUARESIMALE
    10. PULCINELLA REDIVIVO
    11. ALLELUJAH!
    12. LA FESTA DEL 20 SETTEMBRE A NEW YORK
    13. LE PROMESSE DEI CANDIDATI
    14. DEUS MEUS, DEUS MEUS, MISERERE PONTIFICIS!
    15. DOPO UNA FESTA DI BENEFICENZA
    16. PADRE MICHELE
    17. PALIZZOLEIDE
    18. STORNELLI PAPALI
    19. INNO A PALIZZOLO
    20. A CRISTOFORO COLOMBO
  3. III.
    1. L’AMICO TORNA
    2. È MORTO VERDI
    3. RENOVATIO
    4. GESÙ SUL CALVARIO
    5. ROSE
    6. IN MORTE DI CRISPI
    7. LA RISPOSTA
    8. MANI BIANCHE
    9. IL CANTO DI NATALE
    10. PORTAMI VIA...
    11. A MIO FRATELLO MARZIALE
    12. IN MORTE DI ZOLA
    13. A PIETRO MASCAGNI
    14. NEL CIMITERO DI MALDEN
    15. PUBLIO OVIDIO
    16. RUIT HORA!
    17. IL CANTO DI CARNEVALE
    18. IL RE E IL SUO FIDO SERVO
    19. SOGNO D’UN MATTINO D’INVERNO
    20. A LA MIA GIOVINEZZA
    21. GAUDEAMUS!
    22. INCUBO
    23. POVERO AMORE!
    24. L’ATTESA
    25. IN PLANCTU
    26. NOTTE FOSCA
    27. L’EREDE
    28. LIETO MESSAGGIO
    29. IL RITORNO
    30. LA REGINA DEI BOSCHI
    31. NOIA
    32. LA MIA VITA
    33. ODE BACCHICA
    34. ODE DOMESTICA

QUARESIMALE

Grasso e paffuto come Don Abbondio
predica dal suo pulpito il rettore
de la Chiesa del Carmine:
“Popolo peccatore,
in tempo di Quaresima bisogna
sacrarsi corpo ed anima al Signore....
Ognun de le sue colpe abbia vergogna,
e se ne penta, e vada a dirle subito
a un santo confessore....
Il Ministro di Dio può i tristi assolvere,
ei sa additar la via che al bene adduce,
e sa ai ciechi mostrar la Vera Luce”.
“Queste parole di colore oscuro,
dette con grave e cavernosa voce,
fanno i quadri tremare appesi al muro
del tempio, triste come un camposanto
Tutti si fanno il segno della croce
i fedeli, e si mettono a pregare,
mentre scoppiano in pianto
e si battono il petto le beghine,
che sembran tante mummie alessandrine.
Ma il rettore continua il suo sermone:
“Se dal supplizio eterno
vi volete salvar, se non volete
soffrir le crude pene de l’Inferno,
a. Dio donate tuttocciò che avete,
quello che è a voi più caro,
senza dimenticar che anche la Chiesa
ha bisogno di ajuto e di denaro.
E dovete astenervi in questi giorni
di mangiar carne e anche di bever vino;
dovete confessarvi ogni Domenica,
non andare né ai balli, né ai teatri,
e digiunar di Venerdi e di Sabato,
senza imprecar giammai contro il destino
Solo così l’assoluzione avrete
d’ogni vostro peccato,
e perfetti cattolici sarete.
Che se vi basterà poi la costanza
di leggere Il Tartufo ogni mattino,
che fra tutti i giornali è il più cretino,
facendogli buon viso,
dandolo ai vostri amici e ai vostri figli
e in pratica mettendo i suoi consigli,
potete star sicuri
che andrete dritti dritti in Paradiso,”
Qui fa punto il rettore, e dal suo pergamo
scende lieto, contento e sodisfatto,
convinto d’aver fatto
un dotto panegirico.
Intanto i suoi fedeli parrocchiani,
le beghine e le vecchie zitellone,
gli baciano le mani,
lodando il suo bellissimo sermone.
Giulivo e sorridente
egli verso di tutti è complacente,
e più di Sant’Ambrogio egli è eloquente
se vede una fanciulla a lui daccanto
o qualche vedovella sconsolata,
che, struggendosi in pianto,
vorrebbe essere un poco confortata.
Però, fra tanto gaudio e tanta festa,
anche un altro pensier gli frulla in testa:
–Un tal chiasso mi secca –
pensa – l’ora del pranzo è già suonata:
la mia cara Perpetua
mi avrà già preparata
la solita bistecca....
In barba a la Quaresima,
voglio carne mangiar mattina e sera;
voglio godermi le più belle femine
e rivolgere a Dio questa preghiera:
“Come da tanti secoli, cammini
questo mondo tuttor, che è fatto apposta
per chi mentisce predicando frottole
con grande faccia tosta.
Come da tanti secoli, i cretini
ci siano sempre e mai sappiano il vero,
poichè se un di si accenderanno i lumi
in questo bujo, allora, addio mistero,
addio baracca, ove gl’ingenui portano
dei dollari sonanti
a le Madonne e ai Santi:
sfasciandosi per sempre andrà in frantumi!”

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