A CRISTOFORO COLOMBO
di scovir questo perfido paese,
che ti dovea poi dar tanto veleno,
scambiandoti perfin per irlandese[25]
di fare una si gran corbelleria?...
Odell ha detto, ‘l sai? che la tua festa,
si celebri piuttosto in Algeria.[26]
s’è già messo in non cale il tuo lavoro!
Come la Spagna, ora ti dà del matto
questa terra dei dollari e dell’oro.
al tuo fulgido sogno, ed ignorato
un giorno in una bettola spirasti,
prima deriso e dopo abbandonato.
ti voltan pure i posteri la faccia,
e c’è anche chi con barbaro coraggio
tenta del nome tuo sperder la traccia.
l’ira m’invade e m’arde il cor di sdegno.
Fu cosparsa di dumi il tuo cammino,
ed or t’insultan pur fino a tal segno!
che tu scopristi, o illustre navigante!
Se uno ce n’è che sia più discortese,
vuol dir ch’io sono un pazzo o un sacripante
Guarda in che modo, o Ligure Giasone,
son trattati i tuoi agli in questa terra
da te scoperta! Guarda, ogni buffone
si arroga il diritto, ahimè, di farti guerra!
e ci copre di scherno e ci bistratta,
chi afferma che l’italica bandiera
è un vil cencio e di fango ecco l’imbratta[27]
urla Caio che siam degli assassini,
e ogni tanto ci mostrano i lor denti,
ogni tanto ci scopron gli altarini.
che lo sbarco permettono ai tuoi figli;
noi sempre abbiamo torto, essi ragione,
e tu sfidasti, ahimè, tanti perigli!!
perchè al di là del Tropico spingesti
il tuo pensiero, e mantenendo il patto,
all’attonito mondo un mondo desti!
l’ultima Tule e s’avverò il tuo caro
sogno, ma il vile secolo mendace
ti trattò, tu lo sai, come un corsaro.
di nova onta il tuo nome è ricoperto
oggi, o Colombo, e un zòtico ha il coraggio
di dir che tu non meriti alcun serto!
il popolo che tu fèsti civile!
Insomma, tu sei bell’e liquidato,
tu non fosti un eroe, ma fosti un vile!
oggi, senza pietà, messo a la gogna.
Cosi, paghi, o Colombo il tuo peccato,
e di tanta viltà niun si vergogna!
se le ceneri tue sian tue davvero...
Chi più di te, chi più di te ha sofferto,
chi soffrì tanto, o ligure nocchiero?
Ma perchè tante bùbbole affastello?
Senti, Colombo mio, la Musa grulla
mai più verrà a turbarti entro l’avello.
che sono necessarii a l’organismo
certi sfoghi, ma, credimi, più mai,
vincere si farà da l’isterismo.
che tu scopristi or son quattrocent’anni,
e che oggi, invece d’esserti cortese,
ti tratta come fossi un barbagianni...
di venirlo a.... pescar, baldo pilota!
Il serpente hai scaldato entro il tuo seno,
civilizzando un popolo.... ostrogota.
25 Com’è noto, è stato un bello spirito, uno scrittore francese se non mi sbaglio, che si è permesso di pubblicare un libro, nel quale ha dimostrato “usum Delphini”, che il vero, l’unico scopritore dell’America, fu, nè più nè meno, che un irlandese! Ricordo che i figli della verde Eriani esultarono di gioia all’inattesa quanto meravigliosa rivelazione e chi sa quante sbornie presero per l’allegria; ma fu una gioia effimera ed un’allegria passeggiera, l’una e l’altra distrutte presto dall’imperiosa realtà. ↩
26 Beniamino Odell, che fu governatore dello Stato di New York dal Gennaio del 1900 al Dicembre del 1904, apponeva il “veto” ad un progetto di legge presentato a nome degl’Italiani al Senato di Albany dall’on. Fitzgerald e tendente a far dichiarare la data gloriosa del 19 Ottobre festa nazionale americana. – Faceva lo stesso anche il governatore Hughes, due anni dopo. Ma l’idea del 2Columbus Day” lanciata da Bernardino Ciambelli dal giornale Vindice di Pueblo, (Colorado) e propugnata, oltre dall’on. Fitzgerald e dagli on. Sultzer e Sullivan, da tanti benemeriti italiani, fra i quali Vito Contessa, l’avv. Giovanni Freschi, R. M. Marasco, Francesco L. Frugone, James March, doveva trionfare: e il 12 Ottobre del 1909 è stato solennizzato in quasi tutti gli Stati d’America, quale festa legale governativa. ↩
27 Si allude ad uno spiacevole quanto disgustoso incidente, avvenuto anni or sono, a New York. Un crocchio di giovinastri irlandesi, complici due agenti dell’ordine nati anch’essi nella cattolicissima terra di San Patrizio, strappò una bandiera italiana sventolante su di un “building” di Prince Street, New York, e…… ne fece quel che volle. Come al solito, gl’italiani protestarono di santa ragione, s’indissero dei “meetings” e si pubblicarono dozzine di roventi articoli per stigmatizzare l’atto inqualificabile, ma, nonostante perfino il “nostro" Console si fosse mischiato nella faccenda, le proteste della patriottica colonia nostra svanirono come bolle di sapone e tutto finì come doveva finire, nel miglior dei modi possibile. ↩