A MIA SORELLA ROSINA
Bisogna che tu prenda un po’ di sole,
un po’ di sole per quel viso bianco!
un po’ di sole per quel viso bianco!
Dunque, buona sorella affettuosa,
tu sei guarita! O alfin, sorella mia,
dentro la casa tua silenziosa
ritornerà la pace e l’allegria.
tu sei guarita! O alfin, sorella mia,
dentro la casa tua silenziosa
ritornerà la pace e l’allegria.
Tu sei guarita! Or non sei più malata,
or non mi guardi più tacita e stanca.
Come una morta t’eri fatta bianca,
eri una larva, un’ombra addiventata.
or non mi guardi più tacita e stanca.
Come una morta t’eri fatta bianca,
eri una larva, un’ombra addiventata.
I tuoi vispi bambini impertinenti,
venivano a scherzar presso il tuo letto,
e tu, amorosa, li stringevi al petto,
guardandoli coi dolci occhi pazienti.
venivano a scherzar presso il tuo letto,
e tu, amorosa, li stringevi al petto,
guardandoli coi dolci occhi pazienti.
Quasi sprezzando il tuo ribelle male,
tu atteggiavi le labbra ad un sorriso,
mentre la morte ti sfiorava il viso,
per darti il bacio suo freddo e fatale.
tu atteggiavi le labbra ad un sorriso,
mentre la morte ti sfiorava il viso,
per darti il bacio suo freddo e fatale.
E porgevi la man bianca qual cera,
diàfana quasi, al tuo dolente sposo,
che affranto, triste, pallido, pensoso,'
parea volgesse al cielo una preghiera.
diàfana quasi, al tuo dolente sposo,
che affranto, triste, pallido, pensoso,'
parea volgesse al cielo una preghiera.
Oh, come avrei voluto anch’io pregare
per te! Ma nel mio cor non c’è più fede!
La fosca, anima mia nulla più erede!
Pianger potessi almeno e dubitare!
per te! Ma nel mio cor non c’è più fede!
La fosca, anima mia nulla più erede!
Pianger potessi almeno e dubitare!
Avrei voluto, per serbarti in vita,
i più crudeli spasimi soffrire.
Sarei stato contento di morire,
purchè tu fossi subito guarita.
i più crudeli spasimi soffrire.
Sarei stato contento di morire,
purchè tu fossi subito guarita.
Rigido, grave il medico, seduto
a te daccanto, ti fissava ansioso
di scrutare il tuo male, il male ascoso
che dentro ti struggeva. Intanto, muto,
a te daccanto, ti fissava ansioso
di scrutare il tuo male, il male ascoso
che dentro ti struggeva. Intanto, muto,
io ti guardavo, o mia sorella mesta,
mentre negli occhi miei brillava viva
quale perla una lacrima furtiva,
e tu affondavi nel guancial la testa.
mentre negli occhi miei brillava viva
quale perla una lacrima furtiva,
e tu affondavi nel guancial la testa.
Ma ormai, buona Rosina affettuosa,
tu sei guarita! O alfin, dolce sorella,
ritorni come un tempo ad esser bella,
e non sarai più gracile e pensosa.
tu sei guarita! O alfin, dolce sorella,
ritorni come un tempo ad esser bella,
e non sarai più gracile e pensosa.
E se a l’alba, affacciandoti al verone,
il sol saluterai che l’urbe indora,
al triste fratel tuo ripensa allora,
leggendo qualche sua vecchia canzone.
il sol saluterai che l’urbe indora,
al triste fratel tuo ripensa allora,
leggendo qualche sua vecchia canzone.
Il triste fratel tuo nulla più spera,
e se un tempo egli amò, più ormai non ama;
avido di giustizia ei solo brama
morire a l’ombra de la sua bandiera.
e se un tempo egli amò, più ormai non ama;
avido di giustizia ei solo brama
morire a l’ombra de la sua bandiera.
La sua bandiera è una bandiera rossa,
una bandiera fiammeggiante e bella.
Giacchè pugno per lei, buona sorella,
l’ardente voto mio compier si possa.
una bandiera fiammeggiante e bella.
Giacchè pugno per lei, buona sorella,
l’ardente voto mio compier si possa.
O mia sorella buona, ah, tu non sai,
tu non sai quanta fede è nel mio cuore...
E questo mio possente unico. amore,
non mai s’affievolisce, ah, no giammai!
tu non sai quanta fede è nel mio cuore...
E questo mio possente unico. amore,
non mai s’affievolisce, ah, no giammai!
Tu sei guarita! Or non sei più malata,
or non mi guardi più tacita e stanca,
Come una morta t’eri fatta bianca,
eri quasi una larva addiventata!
or non mi guardi più tacita e stanca,
Come una morta t’eri fatta bianca,
eri quasi una larva addiventata!