IN PLANCTU
Vita affannosa, turbolenta e grama
irta d’inciampi e piena di sciagure:
deh, che la tua si spezzi infida trama,
perchè abbian tregua alfin le mie sventure!
irta d’inciampi e piena di sciagure:
deh, che la tua si spezzi infida trama,
perchè abbian tregua alfin le mie sventure!
Deh, che finisca questo strazio atroce
de la carne, del cuore e del cervello,
in cui, come un dannato, io mi arrovello,
mal trascinando la mia greve croce.
de la carne, del cuore e del cervello,
in cui, come un dannato, io mi arrovello,
mal trascinando la mia greve croce.
Questa grande indicibile ironia
di viver, mentre morto io già mi sento
è spasimo crudel, bieco tormento,
che ogni incubo oltrepassa, ogni follia….
di viver, mentre morto io già mi sento
è spasimo crudel, bieco tormento,
che ogni incubo oltrepassa, ogni follia….
O, forse, questo è il mio tremendo fato
di girar morto tra la viva gente,
e scontar con tal pena eternamente,
la fatal colpa d’aver troppo amato?
di girar morto tra la viva gente,
e scontar con tal pena eternamente,
la fatal colpa d’aver troppo amato?
Randagio me ne andrò, dunque, pel mondo
ancora, senza mai toccare la mèta
di quest’ardua esistenza irrequieta.
che un giorno sol mai non mi sia giocondo?
ancora, senza mai toccare la mèta
di quest’ardua esistenza irrequieta.
che un giorno sol mai non mi sia giocondo?
Giovane d’anni e vecchio di pensieri,
Morte invocando e sospirando Amore,
che un’anima pietosa il mio dolore
calmi e conforti, è inutile ch’io speri!
Morte invocando e sospirando Amore,
che un’anima pietosa il mio dolore
calmi e conforti, è inutile ch’io speri!
La Dea che Pietà chiamasi e che Schern
si rivela, dov’è che si nasconde?
Che io le mostri le mie piaghe profonde
e questo del mio cuore orrido inferno...
si rivela, dov’è che si nasconde?
Che io le mostri le mie piaghe profonde
e questo del mio cuore orrido inferno...
Glie le farò toccare ad una ad una
le mie povere piaghe esulcerate...
Mai d’occhi umani furono guardate;
poichè, zimbello d’una rea Fortuna,
le mie povere piaghe esulcerate...
Mai d’occhi umani furono guardate;
poichè, zimbello d’una rea Fortuna,
vissi sempre così, d’ansia e di pianto,
con gli uomini e la Sorte in disperata
lotta, e la giovinezza desolata
non altro che il Dolor si vide accanto...
con gli uomini e la Sorte in disperata
lotta, e la giovinezza desolata
non altro che il Dolor si vide accanto...
Selva di paurosi atri misteri
fu sempre la mia vita ed è tuttora...
Che da l’oscurità sia tratta implora,
che, un giorno, il Sol fra tanto lutto imperi.
fu sempre la mia vita ed è tuttora...
Che da l’oscurità sia tratta implora,
che, un giorno, il Sol fra tanto lutto imperi.
Ma il laberinto ove mi son perduto.
è si profondo, tortuoso e fosco,
che la diritta via più non conosco,
e non v’è alcun che possa darmi aiuto.
è si profondo, tortuoso e fosco,
che la diritta via più non conosco,
e non v’è alcun che possa darmi aiuto.
E solo come son, sperduto, inerme,
mi tormenta ora il rettile, or l’insetto...
Oggi un vil serpe mi si slancia al petto,
doman mi spruzza il suo veleno un verme
mi tormenta ora il rettile, or l’insetto...
Oggi un vil serpe mi si slancia al petto,
doman mi spruzza il suo veleno un verme
L’Invidia, la Calunnia e la Menzogna,
l’Agguato, la Viltà, l’Ipocrisia,
tutte le Larve che la Musa mia
nei fieri giambi suoi mise a la gogna:
l’Agguato, la Viltà, l’Ipocrisia,
tutte le Larve che la Musa mia
nei fieri giambi suoi mise a la gogna:
tutte le Furie e tutte le Megère
de la fogna e del trivio a me d’intorno,
una oscena e infernal ridda, ogni giorno,
danzan ghignanti, scarmigliate e nere...
de la fogna e del trivio a me d’intorno,
una oscena e infernal ridda, ogni giorno,
danzan ghignanti, scarmigliate e nere...
Io mi difendo da l’adunco artiglio,
de la lubrica bava io non m’insozzo,
contro la morte in ogn’istante io cozzo,
e so sfidare impavido il periglio.
de la lubrica bava io non m’insozzo,
contro la morte in ogn’istante io cozzo,
e so sfidare impavido il periglio.
Sanguina il petto mio pien di ferite,
e altro scudo non ho che mi difenda.
Chi s’illude che un dì, forse, io mi arrenda,
non sa che nel mio cuor ci ho mille vite.
e altro scudo non ho che mi difenda.
Chi s’illude che un dì, forse, io mi arrenda,
non sa che nel mio cuor ci ho mille vite.
Ci ho mille vite in cuor, che disdegnose
s’ergon contro di voi, serpenti abbietti,
che strisciate sui miei più santi affetti,
che sfrondate le mie più belle rose.
s’ergon contro di voi, serpenti abbietti,
che strisciate sui miei più santi affetti,
che sfrondate le mie più belle rose.
E ne l’anima ci ho di poesia
pura e divina un luminoso raggio
Esso fede mi da, mi dà coraggio
perchè io ritrovi la smarrita via.
pura e divina un luminoso raggio
Esso fede mi da, mi dà coraggio
perchè io ritrovi la smarrita via.
Avanti, dunque, e voi larvacce nere
indietro!... Chi è che sbarra il mio cammino?
Ma, ahimè, non siete voi! Forse, è il Destino....
Voi de le innocue siete indui fiere
indietro!... Chi è che sbarra il mio cammino?
Ma, ahimè, non siete voi! Forse, è il Destino....
Voi de le innocue siete indui fiere
Io, con la frusta del mio verso audace,
come branco di pecore, vi sferzo,
ma è del destino quest’atroce scherzo,
per cui mi manca amor, mi manca pace...
come branco di pecore, vi sferzo,
ma è del destino quest’atroce scherzo,
per cui mi manca amor, mi manca pace...
E questo vuole il mio truce Destino
ch’io trascini la croce ch’Ei mi ha dato,
e che – povero me! – Mai rischiarato
sia da raggio di sole il mio cammino...
ch’io trascini la croce ch’Ei mi ha dato,
e che – povero me! – Mai rischiarato
sia da raggio di sole il mio cammino...
È la mia triste vita, orba d’amore,
selva di paurosi atri misteri...
Giovane d’anni e vecchio di pensieri,
solo un amico ho al mondo: il mio dolore...
selva di paurosi atri misteri...
Giovane d’anni e vecchio di pensieri,
solo un amico ho al mondo: il mio dolore...