INNO A PALIZZOLO
nostro Signore,
ch’esce dal carcere
con ogni onore!
Duce del Vero,
da l’alma nobile,
dal cor sincero!
uomo illibato!
Viva l’Apostolo
intemerato!
italo figlio,
de la Sicilia
candido giglio!
il protettore;
viva l’emerito
benefattore!
crudel nemico
d’ogni màledico,
d’ogni impudico!
della saggezza,
viva la bussola
d’ogni salvezza!
forti il modello,
quai che fu vittima
d’un rio tranello;
seppe a ogni oltraggio;
e diede esempio
di gran coraggio;
a la canaglia,
vinse da impavido
la sua battaglia;
seppe ingoiare
tutte le pillole
del fato amaro;
che ingiustamente
mille e più triboli
soffrì innocente,
del secol nostro,
per cui versaronsi
fiumi d’inchiostro,
tante bugie,
per cui si fecero
tante pazzie...
– Viva – ed unitevi
meco a gridare
tutti – il benefico
figlio esemplare
ridente suolo
– patria doghissima
di... Palizzolo!
23 È risaputo che Palizzolo nel carcere non se ne stette con le mani alla cintola; egli ha molto lavorato, invece, e, fra le altre cose, è diventato anche poeta, tanto vero che i giornali hanno riprodotti alcuni suoi squarci poetici… degni dello studio e dell’attenzione di Lombroso. ↩
24 Uscendo dal carcere l’egregio Palizzolo, ai giornalisti che lo assediavano di domande, così si espresse alludendo al suo stato finanziario: – “Ho consumato fino all’ultimo soldo per poter provare la mia innocenza. Ora son povero da far pietà. I miei amici dovranno fare una colletta per comprarmi un abito e un paio di scarpe”. – E così egli, da quel furbo matricolato che è, ha recitato fino all’ultimo a maraviglia la parte di vittima! Ma ciò non è tutto. Nel Luglio 1908 egli venne in America, nella speranza che i siciliani qui residenti gli rimpinzassero la borsa. E giunto qui, preceduto da una reclame degna di lui e di chi si era assunto l’incarico di raccomandarlo agl’ingenui, annunziò delle conferenze letterarie che avrebbe tenuto in New York e in altre città. Ne tenne, infatti, qualcuna, ma l’esito finanziario di esse fu tutt’altro che sodisfacente, tanto vero che, prendendo a pretesto la morte di Di Rudini, ritornò alla chetichella, in Sicilia, per essere eletto – egli disse – deputato di Palermo. Venendo in America, Palizzolo aveva fatto i conti senza l’oste, perchè di dollari americani ne guadagnò così pochi che niente; ritornando in Sicilia, gli toccò la stessa sorte, poichè gli elettori di Palermo a tutti pensarono fuorchè a lui. ↩