ODE BACCHICA
All’amico Salvatore Del Gaudio.
Oblio, suprema voluttà del cuore,
balsamo dolce de la nostra vita,
tu sol pietoso allevii ogni dolore,
tu ogni piaga guarisci, ogni ferita!
balsamo dolce de la nostra vita,
tu sol pietoso allevii ogni dolore,
tu ogni piaga guarisci, ogni ferita!
Tu solo tergi degli afflitti il pianto,
e di gaudio cospargi il bieco mondo:
oblio, che invano attendo e invoco tanto,
soave ambrosia, che nel cuor profondo
e di gaudio cospargi il bieco mondo:
oblio, che invano attendo e invoco tanto,
soave ambrosia, che nel cuor profondo
penetri e copri del tuo velo greve
ogni angoscia passata, ogni tristezza
passata, mentre l’anima ti beve
stanca ormai d’ogni amor, d’ogni bellezza;
ogni angoscia passata, ogni tristezza
passata, mentre l’anima ti beve
stanca ormai d’ogni amor, d’ogni bellezza;
oblio, sublime nettare, di pace
apportatore e di letizia; arcano
ristoro, che degli uomini il mendace
fasto disperdi; o filtro sovrumano
apportatore e di letizia; arcano
ristoro, che degli uomini il mendace
fasto disperdi; o filtro sovrumano
che di mistero e di silenzio inondi
tutte le cose, e sui romiti avelli
scendi, nume benigno, e non rispondi
al cachinne dei vili e degl’imbelli;
tutte le cose, e sui romiti avelli
scendi, nume benigno, e non rispondi
al cachinne dei vili e degl’imbelli;
oblio, speranza estrema, ultimo sogno
de la mia gioventù, vedi, io soltanto
nel vin ti trovo. E questo è il mio bisogno
ultimo, vedi. Con la morte accanto,
de la mia gioventù, vedi, io soltanto
nel vin ti trovo. E questo è il mio bisogno
ultimo, vedi. Con la morte accanto,
che gli artigli mi tende adunchi e fieri,
io noncurante bevo e spensierato,
affogando nel vino i miei pensieri
e il ricordo del mio fosco passato.
io noncurante bevo e spensierato,
affogando nel vino i miei pensieri
e il ricordo del mio fosco passato.
Nebbia è la vita. All’apparir del sole
si dilegua. Virtù, gloria ed onore
sono vane ed ipocrite parole,
e un tradimento ignobile è l’amore.
si dilegua. Virtù, gloria ed onore
sono vane ed ipocrite parole,
e un tradimento ignobile è l’amore.
Tutto è falso quaggiù, tutto è bugia!
Scorron veloci gli anni, il tempo fugge
e ne la sua terribile follia,
nel suo correr fatal tutto distrugge.
Scorron veloci gli anni, il tempo fugge
e ne la sua terribile follia,
nel suo correr fatal tutto distrugge.
A che vale sperar? Non è stoltezza
viver di sogni, d’illusioni, e amare
senza costrutto, e l’Arte e la Bellezza
di caduche ghirlande incoronare?
viver di sogni, d’illusioni, e amare
senza costrutto, e l’Arte e la Bellezza
di caduche ghirlande incoronare?
A che vale combattere? a che vale
sacrificarsi? È stòlida ogni fede,
è bugiardo ogni affetto, ogn’ideale;
tutto è ironia quello che il mondo erede,
sacrificarsi? È stòlida ogni fede,
è bugiardo ogni affetto, ogn’ideale;
tutto è ironia quello che il mondo erede,
quel che il mondo rispetta e acclama e onora.
Solo nel vin la verità si cela;
solo nel vin la verità tuttora
esiste e al cuor si mostra e si rivela.
Solo nel vin la verità si cela;
solo nel vin la verità tuttora
esiste e al cuor si mostra e si rivela.
Deh, mescete del vin nel mio bicchiere,
fate ch’io beva a larghi sorsi e senta
nel mio sangue fluir questo piacere
voluttuoso ch’ogni pena annienta,
fate ch’io beva a larghi sorsi e senta
nel mio sangue fluir questo piacere
voluttuoso ch’ogni pena annienta,
che ogni dolor da l’anima cancella,
che ogni angoscia discaccia e ogni tristezza
e che il sentier di nostra vita abbella,
Ben so, m’irride il volgo e mi disprezza,
che ogni angoscia discaccia e ogni tristezza
e che il sentier di nostra vita abbella,
Ben so, m’irride il volgo e mi disprezza,
ma la beffa trivial non mi raggiunge,
non mi tocca l’insulto e l’ironia;
nè la mordace sàtira mi punge,
che sale a me da la fangosa vin
non mi tocca l’insulto e l’ironia;
nè la mordace sàtira mi punge,
che sale a me da la fangosa vin
Ch’io beva ancora! Ho tanta sete, ho tanta
arsura! (Oh, s’io così potessi bere
dei despoti che il vil volgo decanta
il sozzo sangue!) Empitemi il bicchiere
arsura! (Oh, s’io così potessi bere
dei despoti che il vil volgo decanta
il sozzo sangue!) Empitemi il bicchiere
Voglio dimenticar tutte le fole
che bambino imparai, tutta la stolta
vita ch’io vissi e l’invide parole
dei vili! Oh, ch’io rinasca un’altra volta!
che bambino imparai, tutta la stolta
vita ch’io vissi e l’invide parole
dei vili! Oh, ch’io rinasca un’altra volta!
Oh, ch’io mi scordi che non ebbi mal
baci sinceri, e anch’io mentii consciente;
che invano, fino ad oggi, invano amai
e pugnai come un folle inutilmente.
baci sinceri, e anch’io mentii consciente;
che invano, fino ad oggi, invano amai
e pugnai come un folle inutilmente.
E tutto ciò io dimentichi, e allontani
tutto questo da me, ch’è fango e noia,
vino, che mi conforti e che mi sani,
vino mia sola, vera, unica gioia!
tutto questo da me, ch’è fango e noia,
vino, che mi conforti e che mi sani,
vino mia sola, vera, unica gioia!
Dov’è la Verità? Dove si asconde
la Giustizia venal? Dov’è l’Onore?
Lungi da me coteste larve immonde
che m’han di fiele abbeverato il core.
la Giustizia venal? Dov’è l’Onore?
Lungi da me coteste larve immonde
che m’han di fiele abbeverato il core.
Tutto è menzogna, È sol nel generoso
succo de l’uva la introvabil Dea
che Verità si appella, Esso il riposo
mi può dar, di cui l’anima si bea,
succo de l’uva la introvabil Dea
che Verità si appella, Esso il riposo
mi può dar, di cui l’anima si bea,
esso la pace, esso la forza, ei solo
l’allegria che ho perduta e più non trovo.
Deh, che oggi scordi ogni passato duolo,
ch’io diventi quest’oggi un uomo nuovo!
l’allegria che ho perduta e più non trovo.
Deh, che oggi scordi ogni passato duolo,
ch’io diventi quest’oggi un uomo nuovo!
Sogghigna il volgo. Io non lo curo. Anch’io
a lui sogghigno, e bevo e bevo ancora....
Bacco, oggi brindo a te, giocondo iddio,
arguto iddio che la mia mentre adora!
a lui sogghigno, e bevo e bevo ancora....
Bacco, oggi brindo a te, giocondo iddio,
arguto iddio che la mia mentre adora!
Odi: – Dal trono tuo scendi un istante.
Vieni quaggià. Noi beveremo insieme.
Amici lo più non ho, non ho più amante,
non mi seduce più nessuna speme.
Vieni quaggià. Noi beveremo insieme.
Amici lo più non ho, non ho più amante,
non mi seduce più nessuna speme.
So che la morte la sua preda aspetta;
so che dopo la morte è il vuoto e il nulla,
e no che il mondo è una marmaglia abbietta,
che in vacui sogni cùpida si culla.
so che dopo la morte è il vuoto e il nulla,
e no che il mondo è una marmaglia abbietta,
che in vacui sogni cùpida si culla.
so che il tuo licor può mitigare
l’aspro martirlo del mio cuor dolente….
Bacco, scendi quaggiù – voglio ballare
una ridda con te. Vieni! La gente
l’aspro martirlo del mio cuor dolente….
Bacco, scendi quaggiù – voglio ballare
una ridda con te. Vieni! La gente
ride di me, lieto e gioviale iddio,
perchè affogo nel vino il mio dolore,
perchè soltanto al vin chiedo l’oblio,
dal tedio vinto che m’agghiaccia il core.
perchè affogo nel vino il mio dolore,
perchè soltanto al vin chiedo l’oblio,
dal tedio vinto che m’agghiaccia il core.
Vieni! Ch’io beva! Ho tanta sete, ho tanta
arsura! (Oh s’io così potessi bere
dei tiranni che il vil mondo decanta
l’ibrido sangue!) Empitemi il bicchiere!
arsura! (Oh s’io così potessi bere
dei tiranni che il vil mondo decanta
l’ibrido sangue!) Empitemi il bicchiere!