AD UN PEZZENTE
I.
Ogni sera, tornando a casa mia,
mi chiede l’elemosina un pezzente,
ricordandomi il nome di Maria,
la madre di Gesù bella e ridente.
mi chiede l’elemosina un pezzente,
ricordandomi il nome di Maria,
la madre di Gesù bella e ridente.
Mi freme il cor di rabbia, e allor vorria
spogliarmi per quel povero cadente,
eppur gli dico: No, vattene via!
Vattene via! Non voglio darti niente...
spogliarmi per quel povero cadente,
eppur gli dico: No, vattene via!
Vattene via! Non voglio darti niente...
Tu t’acconci al destino e ti contenti
per d’un pezzo di pan duro e ammuffito.
Va frà borghesi, i ricchi ed i gaudenti
per d’un pezzo di pan duro e ammuffito.
Va frà borghesi, i ricchi ed i gaudenti
e ruba, che tu ‘l puoi, ruba, o sfinito,
i brillanti e le gemme rilucenti,
con cui dessi s’adornano il vestito...
i brillanti e le gemme rilucenti,
con cui dessi s’adornano il vestito...
II.
No, non pregarmi, no, non ti umiliare
dinanzi a me che sono un tuo fratello
e un uomo come te. Non ti levare,
come fanno gl’ipocriti, il cappello.
dinanzi a me che sono un tuo fratello
e un uomo come te. Non ti levare,
come fanno gl’ipocriti, il cappello.
Se sai che ho soldi e non te ne vo’ dare
perchè li voglio spendere al bordello
o fra l’orgie del vin... non mi pregare;
uccidimi, o affamato, o poverello.
perchè li voglio spendere al bordello
o fra l’orgie del vin... non mi pregare;
uccidimi, o affamato, o poverello.
La forza del diritto te lo impone,
e se tu non lo fai, sei vile e stolto
ed io ti chiamerò sempre accattone.
e se tu non lo fai, sei vile e stolto
ed io ti chiamerò sempre accattone.
Tu del danaro avevi e te l’han tolto
l’usciere, il prete, il sindaco, il padrone.
Se tu ricco mi sai... sputami in volto.
l’usciere, il prete, il sindaco, il padrone.
Se tu ricco mi sai... sputami in volto.
III.
Anch’io, sappilo, anch’io sono un pezzente
e non ho pane, come te, nè tetto;
anch’io soffro, lavoro e non ho niente,
ma almeno l’alba d’un bel giorno aspetto.
e non ho pane, come te, nè tetto;
anch’io soffro, lavoro e non ho niente,
ma almeno l’alba d’un bel giorno aspetto.
Almen, deriso e triste, un prepotente
amor di libertà chiudo nel petto,
e schiaffeggio nel verso audacemente
il volgo vile, pauroso e gretto.
amor di libertà chiudo nel petto,
e schiaffeggio nel verso audacemente
il volgo vile, pauroso e gretto.
Io do schiaffi sonori in faccia a tanti
che ci chiamano pazzi e delinquenti,
in faccia ai vili, ai gonzi ed ai birbanti.
che ci chiamano pazzi e delinquenti,
in faccia ai vili, ai gonzi ed ai birbanti.
E mi unisco ai reietti, ai sofferenti,
e forte grido loro: Avanti! Avanti!
de l’avvenire, o baldi combattenti!
e forte grido loro: Avanti! Avanti!
de l’avvenire, o baldi combattenti!