CARNEVALE
– Dal tuo sonno risvegliati, o poeta,
dal lungo sonno tuo greve e fatale;
in triste anima tua diventi lieta,
e saluti esultante il Carnevale.
dal lungo sonno tuo greve e fatale;
in triste anima tua diventi lieta,
e saluti esultante il Carnevale.
Perchè sei così mesto, e indifferente
rimani a quest’insolita allegria?....
L’amata donna tua bella e ridente,
deve anche lei morir d’ipocondria?....
rimani a quest’insolita allegria?....
L’amata donna tua bella e ridente,
deve anche lei morir d’ipocondria?....
Così gli scapigliati ilari amici,
pei quali è un dolce paradiso il mondo,
al tripudio mi chiamano, felici,
e non curante e scettico, io rispondo:
pei quali è un dolce paradiso il mondo,
al tripudio mi chiamano, felici,
e non curante e scettico, io rispondo:
– La donna del mio cor non ha gioielli,
nè abiti di seta e di velluto,
ma gli occhi ha neri, affascinanti e belli,
e quegli occhi conquidermi han saputo.
nè abiti di seta e di velluto,
ma gli occhi ha neri, affascinanti e belli,
e quegli occhi conquidermi han saputo.
La donna del mio cor dei ricchi sprezza
l’oro, che ogni venale anima allieta;
i canti del mio cor soltanto apprezza,
e le basta l’amor del suo poeta.
l’oro, che ogni venale anima allieta;
i canti del mio cor soltanto apprezza,
e le basta l’amor del suo poeta.
Sogna la gloria mia, ne attende l’ora,
e mi bacia la fronte e amor mi giura:
Ella è l’unica Dea che crede e adora
questa mia travagliata anima oscura.
e mi bacia la fronte e amor mi giura:
Ella è l’unica Dea che crede e adora
questa mia travagliata anima oscura.
E lo splendor dei lucidi cristalli,
e il luccichio de le sonanti sale,
le carrozze dei ricchi ed i cavalli,
l’osceno tramestio del Carnevale,
e il luccichio de le sonanti sale,
le carrozze dei ricchi ed i cavalli,
l’osceno tramestio del Carnevale,
ella disprezza, e impavida e sdegnosa
sfida dei Cresi la coorte infame,
che gode, trinca, danza e la cenciosa
folla insulta dei miseri che han fame.
sfida dei Cresi la coorte infame,
che gode, trinca, danza e la cenciosa
folla insulta dei miseri che han fame.
Ricchi e borghesi, Carneval v’invita
a far baldoria ed a sciupar quattrini:
godete, dunque, un attimo è la vita,
passatela tra i pranzi e tra i festini.
a far baldoria ed a sciupar quattrini:
godete, dunque, un attimo è la vita,
passatela tra i pranzi e tra i festini.
Io non v’invidio. Ho la mia cara accanto
Lucia che mi conforta e mi accarezza.
Vivo per lei, pugno per lei soltanto
che al par di me v’irride e vi disprezza.
Lucia che mi conforta e mi accarezza.
Vivo per lei, pugno per lei soltanto
che al par di me v’irride e vi disprezza.