IL MISTERO DEL POETA
Ineluctabile fatum!
I.
Quante volte su ‘l mio petto
il suo core ha palpitato!
Quante volte ella m’ha stretto
a ‘l suo seno, e m’ha baciato!
il suo core ha palpitato!
Quante volte ella m’ha stretto
a ‘l suo seno, e m’ha baciato!
Quante volte a lei daccanto,
come un giovin collegiale,
le ho svelato il duol, lo schianto
di quest’anima fatale!
come un giovin collegiale,
le ho svelato il duol, lo schianto
di quest’anima fatale!
Quante volte avidamente
la guardai fiso ne li occhi!
Quante volte dolcemente
la cullai sui miei ginocchi!
la guardai fiso ne li occhi!
Quante volte dolcemente
la cullai sui miei ginocchi!
Quante volte invan l’attesi,
e ho creduto di morire,
ed ho pianto e ho sospirato
non vedendola venire!
e ho creduto di morire,
ed ho pianto e ho sospirato
non vedendola venire!
Quante volte, quante volte
i miei versi io lessi a lei,
e le dissi accarezzandola:
– Tu il mio amor soltanto sei! –
i miei versi io lessi a lei,
e le dissi accarezzandola:
– Tu il mio amor soltanto sei! –
E or che tisica ella muore
non la posso, ahimè, vedere;
il mio strazio, il mio dolore
non le posso far sapere!
non la posso, ahimè, vedere;
il mio strazio, il mio dolore
non le posso far sapere!
Or che inferma al letto giace,
più da lei non posso andare....
Ahi! la sua bocca procace
non potrò mai più baciare!
più da lei non posso andare....
Ahi! la sua bocca procace
non potrò mai più baciare!
Ella forse ricordandosi
del passato, ha la speranza
di vedermi a un tratto entrare
né la lucida sua stanza.
del passato, ha la speranza
di vedermi a un tratto entrare
né la lucida sua stanza.
Se potessi, se potessi
vederla una volta sola,
come un di baciarla ancora,
dirle un’ultima parola!
vederla una volta sola,
come un di baciarla ancora,
dirle un’ultima parola!
Morrà forse, ed io neanche
ne la bara la vedrò....
Morrà forse, e le sue stanche
palpebre io non chiuderò! –
ne la bara la vedrò....
Morrà forse, e le sue stanche
palpebre io non chiuderò! –
II.
Così, triste e sconsolato,
pensa il povero poeta.
pensa il povero poeta.
Ma da un dubbio egli è agitato,
da una fisima secreta.
da una fisima secreta.
– Per me, forse, ella sen muore –
egli dice – ah! è vero! è vero!
Io l’enigma ho già compreso
de l’orribile mistero.
egli dice – ah! è vero! è vero!
Io l’enigma ho già compreso
de l’orribile mistero.
Ella soffre. Per me sanguina
ne ‘l suo core una ferita.
Io, negandole il mio amore,
le involai forse la vita.
ne ‘l suo core una ferita.
Io, negandole il mio amore,
le involai forse la vita.
Forse il mal che non perdona
la divora or lentamente,
chè il suo sangue avvelenai:
co ‘l mio bacio onnipossente.
la divora or lentamente,
chè il suo sangue avvelenai:
co ‘l mio bacio onnipossente.
E la sua candida carne
si dissolve, come un flore
che appassisca sotto l’igneo
sol di Luglio.... Ahimè, ella muore!
si dissolve, come un flore
che appassisca sotto l’igneo
sol di Luglio.... Ahimè, ella muore!
Ella muore! La dolente
bocca sua non bacerò.
La mia bella sofferente
io giammai non rivedrò!
bocca sua non bacerò.
La mia bella sofferente
io giammai non rivedrò!
III.
D’uno scettivo sorriso
ride ‘l labbro de ‘l poeta,
poichè ferve entro ‘l suo coro
una lotta irrequieta.
ride ‘l labbro de ‘l poeta,
poichè ferve entro ‘l suo coro
una lotta irrequieta.
E sui libri indi reclina
con angoscia il capo stanco,
mentre pallido diventa
il suo triste viso bianco.
con angoscia il capo stanco,
mentre pallido diventa
il suo triste viso bianco.
Ma è già l’alba. Ah, forse pria
che il gran Sole sorgerà,
il poeta doloroso
como un ebete morrà!
che il gran Sole sorgerà,
il poeta doloroso
como un ebete morrà!