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Selections from the <em>Canzoniere</em>: RVF 126

Selections from the Canzoniere
RVF 126
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  7. RVF 6
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  34. RVF 137
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  46. RVF 234
  47. RVF 246
  48. RVF 247
  49. RVF 248
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  52. RVF 266
  53. RVF 267
  54. RVF 269
  55. RVF 270
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  57. RVF 273
  58. RVF 292
  59. RVF 299
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  61. RVF 311
  62. RVF 316
  63. RVF 323
  64. RVF 332
  65. RVF 333
  66. RVF 336
  67. RVF 337
  68. RVF 346
  69. RVF 355
  70. RVF 359
  71. RVF 360
  72. RVF 363
  73. RVF 365
  74. RVF 366

Chiare, fresche et dolci acque,

ove le belle membra

pose colei che sola a me par donna;

gentil ramo ove piacque

(con sospir’ mi rimembra)                        5

a lei di fare al bel fiancho colonna;

herba et fior’ che la gonna

leggiadra ricoverse

co l’angelico seno;

aere sacro, sereno,                                10

ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse:

date udïenza insieme

a le dolenti mie parole extreme.

S’egli è pur mio destino

e ’l cielo in ciò s’adopra,                        15

ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda,

qualche gratia il meschino

corpo fra voi ricopra,

et torni l’alma al proprio albergo ignuda.

La morte fia men cruda                        20

se questa spene porto

a quel dubbioso passo:

ché lo spirito lasso

non poria mai in piú riposato porto

né in piú tranquilla fossa                        25

fuggir la carne travagliata et l’ossa.

Tempo verrà anchor forse

ch’a l’usato soggiorno

torni la fera bella et mansüeta,

et là ’v’ella mi scorse                                30

nel benedetto giorno,

volga la vista disïosa et lieta,

cercandomi; et, o pietà!,

già terra in fra le pietre

vedendo, Amor l’inspiri                        35

in guisa che sospiri

sí dolcemente che mercé m’impetre,

et faccia forza al cielo,

asciugandosi gli occhi col bel velo.

Da’ be’ rami scendea                                40

(dolce ne la memoria)

una pioggia di fior’ sovra ’l suo grembo;

et ella si sedea

humile in tanta gloria,

coverta già de l’amoroso nembo.                45

Qual fior cadea sul lembo,

qual su le treccie bionde,

ch’oro forbito et perle

eran quel dí a vederle;

qual si posava in terra, et qual su l’onde;        50

qual con un vago errore

girando parea dir: Qui regna Amore.

Quante volte diss’io

allor pien di spavento:

Costei per fermo nacque in paradiso.                55

Cosí carco d’oblio

il divin portamento

e ’l volto e le parole e ’l dolce riso

m’aveano, et sí diviso

da l’imagine vera,                                60

ch’i’ dicea sospirando:

Qui come venn’io, o quando?;

credendo esser in ciel, non là dov’era.

Da indi in qua mi piace

questa herba sí, ch’altrove non ò pace.                65

Se tu avessi ornamenti quant’ài voglia,

poresti arditamente

uscir del boscho, et gir in fra la gente.

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This text is licensed under a CC BY-NC-ND 4.0 license.
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